Il problema dell'Italia... sono gli italiani!
Una mia collega scandinava una volta mi ha detto:"l'Italia è uno dei posti più belli al mondo, finché non hai problemi di salute, figli da mandare a scuola, o aver bisogno di qualsiasi cosa che preveda entrare in un ufficio o andare davanti uno sportello."
Se si ha la fortuna di trovare una persona coscienziosa, che fa il suo lavoro mettendoci tutto se stesso, si riesce ad andare avanti e avere una percezione di Qualità, nonostante le infrastrutture e i mezzi.
Conosco decine di persone che vivono in altri paesi, e lo stato delle infrastrutture, l'apparato statale, il funzionamento della macchina dei servizi rivolti al pubblico (privati o pubblici che siano) non registrano il degrado riscontrabile nel nostro paese.
Poi si può sindacare sulle virgole, su peculiarità, su specificità che rispecchiano delle caratteristiche di un popolo rispetto ad un altro.
Quello che è il tema proposto da Luca, è il rapporto cittadino-stato.
Quel legame per cui chi paga le tasse regolarmente, rispetta la legge si aspetta dei servizi adeguati in cambio.
Il grosso problema temo sia che siamo noi a non sentirci "Stato" per cui lo viviamo in contrapposizione o in maniera difensiva. Si antepone il personale al sociale, si privilegia l'individuo alla collettività e questo sia dalla parte dei cittadini che nel sistema paese. Si cerca di cavarsela giorno per giorno, piuttosto che mettere in campo un programma a breve, a medio e lungo termine.
Il problema è che siamo in una società dove la sovrainformazione è una realtà, e l'unico modo per poter cambiare le cose è SAPERE.
Quindi è vitale saper selezionare le fonti.
Se vogliamo, siamo fortunati, avendo nella nostra epoca internet, per cui possiamo leggere la stampa di altri paesi e farci un idea guardando da altri punti la situazione che ci riguarda, o anche di altre realtà.
Qualcuno potrà obiettare che si può portare l'asino all'acqua, ma se non vuole bere....
Nel nostro piccolo (parenti, amici, conoscenti, social forum, community, ecc) possiamo condividere le nostre conoscenze, e anche se 1 su 100 si attiverà a fare lo stesso, allora un ciclo virtuoso è iniziato.
La conoscenza, il sapere è l'unica difesa contro chi non fa quello per cui è pagato, o peggio sfrutta la sua posizione per un vantaggio personale a discpito del bene comune.
E qui mi fermo.